me

proverò a raccontarmi in questo spazio, quindi d’ora in po se volete sapere qualcosa di me.. beh cercateMi qui!

ciaociao

eccomi di ritorno dal mio primo campo di formazione (CFM)!! ragazzi che esperienza fantastica! ringrazio tutti i miei comapgni di avventura, e i capi che hanno reso questa settimana indimenticabileee!!

Trent’anni fa ho fatto un sogno che riassume l’intero significato della mia esistenza. Finora non l’avevo mai raccontato. […] È appena atterrato un enorme aereo e io, nella mia qualità di capo dell’aeroporto, devo effettuare il controllo dei passaporti.

Davanti a me ci sono tutti i passeggeri dell’aereo, in attesa. All’improvviso vedo una strana figura, un vecchio cinese dall’aria antica, vestito di stracci ma dall’aspetto regale, che emana un tanfo terribile. Aspetta di poter entrare.

Si ferma davanti a me senza dire una parola. Non mi guarda nemmeno. È totalmente assorbito da se stesso.

Guardo la targhetta che ho sulla scrivania sulla quale sono scritti il mio nome e la qualifica, il che dimostra che qui comando io. Ma non so cosa fare. Ho paura di farlo passare perché è molto diverso, e poi non lo capisco. Temo fortemente che, se lo lascerò passare, sconvolgerà la mia tranquilla esistenza. Ricorro allora a una scusa che è una bugia che mette a nudo la mia debolezza.

Mento come farebbe un bambino. Non riesco a decidermi ad assumere le mie responsabilità. Dico: “Vede, non ne ho il potere. In realtà non sono io che comando qui. Devo chiedere ad altri”.

Chino il capo per la vergogna. Dico: “Attenda qui, torno subito”. Mi allontano per prendere una decisione, ma non decido nulla. Indugio e continuo a chiedermi se al mio ritorno lui ci sarà ancora. Ciò che mi paralizza è che non so se ho più paura che lui ci sia oppure che non ci sia più. Sono trent’anni che ci sto pensando. Ho capito molto bene che c’era qualcosa che non andava nel mio naso, non nel suo odore, eppure non sono mai riuscito a persuadermi a tornare indietro e a lasciarlo passare, oppure a cercare di scoprire se mi aspetta ancora.”

Federico Fellini, Io, Federico Fellini, a cura di Charlotte Chandler, Mondadori, Milano 1995, pp. 83-84.

Gv. 15, 5

Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.

domani ASSISI.. non più Camargue.. ma va bene lo stesso!!!!!! vacanzaaaaa!!

due viaggi mi aspettano.. Istanbul dopo-domani (EWS 2008).. e Saintes Maries de la Mer, una cittadina della Camargue nella quale dal 24 al 26 si festeggia santa Sara protettrice delle popolazioni nomadi. non vedo l’ora! 🙂

  • “..e poi Mirka a San Giorgio di maggio
    tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
    e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
    e dagli occhi cadere..”
    Fabrizio de Andrè, Khorakhané (A forza di essere vento).
  • “Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
    sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
    fu un generale di vent’anni
    occhi turchini e giacca uguale
    fu un generale di vent’anni
    figlio d’un temporale

    ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek “ Frabrizio de Andrè, Il fiume Sand Creek.

  • “E’ mai possibile o porco di un cane
    che le avventure in codesto reame
    debban risolversi tutte con grandi puttane”
    Fabrizio De Andrè, Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
  • “…Parlo del colore dei cipressi, dei boschi bui nelle valli, delle abitazioni di legno trascurate, sgombrate e abbandonate, delle barche arrugginite e malmesse, della poesia delle navi e delle ville dello stretto che soltanto chi ha passato la vita su queste rive può capire; parlo del sapore della vita tra le rovine di una civiltà una volta grande, maestosa e originale, della voglia di un bambino, che non bada affatto alla storia e alle epoche, di essere felice, di divertirsi, di comprendere questo mondo, e delle indecisioni e dei dolori di uno scrittore ormai cinquantenne, dei desideri che lui chiama vita e delle sue esperienze…” Orhan Pamuk, Istanbul.
  • Tutto attorno c’è molto rumore, e cemento, dappertutto. Ma i cambiamenti di superficie non significano niente: a conoscerla davvero, questa è la Costantinopoli di sempre. Il suo fascino è intatto” Orhan Pamuk, Istambul.
  • “Ma che tipo di uomo sei, in conclusione?” domandò Leo. “Sono un clown” risposi “e faccio raccolta di attimi. Ciao”. E riattaccai. Heinrich Böll, Opinioni di un clown (1963)

1 Responses to me

  1. AC ha detto:

    Casualmente sono arrivato sul tuo blog…. è strano, ma è stato un modo inaspettato per conoscerti meglio, per seguirti nelle esperienze che vivi e nelle emozioni che a stento esprimi o trovi il tempo per condividerle (almeno in parte) anche con me.
    Ho scoperto un altro Francesco, ho visto immagini di Istambul, di Miriam, dei tuoi amici…. sono contento di te e felice per ciò che fai, per quello che pensi e che ricerchi.
    Continuerò a seguire le tue tracce, con la pazienza di chi sa che i lupi sono animali solitari, solo in apparenza poco socievoli…. in fondo in fondo alla ricerca del branco: chissà, forse un giorno….
    Un bacio, tuo papà

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